L’articolo che segue è formato da stralci presi dal manuale per genitori del noto psicologo dell’età evolutiva Alberto Pellai e della pedagogista Barbara Tamborini. L’intenzione è stuzzicare la vostra curiosità e spingervi a leggere l’opera completa per una maggiore comprensione… o anche solo una piacevole lettura!
UNA FASE DI NUOVE SFIDE
“Le domande che i nostri figli si trovano a fronteggiare a quest’età non sono dubbi amletici sull’essere o non essere, ma quesiti molto più urgenti e concreti: come posso sopravvivere al primo giorno di scuola? Come mi devo vestire per evitare che mi prendano in giro? Cosa devo fare per non essere preso di mira dai ragazzi più grandi?” [p. 24 ]
“La difficoltà è rompere il ghiaccio, fare la prima mossa. (…) Questo accadrà nell’indifferenza dei compagni, convinti che in fin dei conti se la sia cercata, perché se uno non parla è un problema suo. (…) La sfida del preadolescente sta proprio nell’allenare la capacità di affrontare il primo impatto con l’altro. Quanto più ci sforziamo, tanto meno saremo spaventati dall’incontro, dalle differenze, dal conflitto” [pp. 48 – 49, riadattate]
“Per imparare a fare qualcosa di complesso l’unica via è esercitarsi: preparare una cena, montare un armadio, andare in bicicletta agli allenamenti e tante altre piccole o grandi fatiche che non si possono improvvisare. Se chiedo a mio figlio di prendersi l’incarico di svuotare i bidoni dell’immondizia, non posso pensare che sappia subito farlo bene (…) Per questo necessita di esercizio assistito” [p. 30] “All’inizio insegnare ai ragazzi a eseguire dei compiti è molto più faticoso che farli noi, ma è una sfida che vale la pena di sostenere” [p. 40]
“Succede a tanti di noi di modificare i nostri programmi perché il ragazzo, cinque minuti prima di portarlo agli allenamenti, ci avverte che sono stati posticipati di due ore. (…) Allora eccoci qui a disdire un appuntamento affinché il giovane atleta non perda nemmeno un minuto di allenamento. E’ a causa della nostra disponibilità davanti alla loro incapacità di organizzarsi e di avvertirci in tempo dei cambiamenti che i figli imparano a delegare sempre la fatica agli adulti” [p. 37]
“Le ragazze tendono a cercare idee sempre diverse per riempire il tempo libero. Questo le porta a sentire maggiormente la noia e a chiedersi di continuo: cosa possiamo fare oggi?” [p. 43] “Scoprire che cosa ci piace fare e inventare modi nuovi per stare con gli amici richiede fatica e allenamento” [p. 44]
” Se noi diciamo bianco, loro dicono nero, se noi proponiamo di uscire, loro vogliono stare a casa. (…) Rifiutare le nostre idee è un modo per affermare se stessi” [p. 65] “Purtroppo succede che finoscano per esagerare. noi siamo quelli che dicono e fanno sempre le cose sbagliate. (…) La sfida per i genitori: non sentirsi minacciati da tutto questo e mantenere comunque il contatto positivo con il figlio. La sfida per i ragazzi: imparare a differenziarsi senza distruggere la relazione” [p. 66]
NELLA MENTE DI UN PREADOLESCENTE
“Il cervello maturo è capace di ordinare eventi e progetti e di elaborare simulazioni mentali prima di prendere una decisione. Se ci pensate, è una delle competenze più deboli nei preadolescenti, che si trovano in enorme difficoltà quando devono crearsi una visione realistica del tempo e riflettere sul modo migliore per organizzarlo” [p. 77]
“L’adulto, con pazienza, attraverso il dialogo, deve aiutare il giovane a vedere i punti deboli che rendono le sue proposte impensabili. Impensabili, appunto: perché per poter pensare a tutte le implicazioni il ragazzo dovrebbe già aver sviluppato tutta la notevole quantità di fibre che collegano l’area del cervello emotivo al cervello cognitivo.” [p. 83]
“Nella testa dei preadoloescenti l’area più sviluppata è quella legata al sistema limbico, il nucleo operativo nel quale hanno origine le emozioni e il bisogno di gratificazione e ricompensa immediata” [p. 83] “I preadolescenti trovano difficile rinunciare a comportamenti capaci di regalare gratificazioni immediate, in favore di una ricompensa più significativa che potrebbero ricevere solo molto più avanti” [p. 78]
“I preadolescenti non sono sempre inconsapevoli dei pericoli: possono conoscerli, ma decidere ugualmente di compiere un’azione perché la gratificazione che ne deriva è superiore alla consapevolezza dei rischi.” [p. 84] “Le interferenze del cervello cognitivo sono molto lente e necessitano allenamento e sostegno da parte degli adulti. (…) Se la parte cognitiva ha il tempo di lavorare, invierà a quella emotiva il messaggio: (…) ferma tutto, anche se la cosa ti sembra eccitante è meglio se questa volta rinunci.(…) Se esistesse un timer in grado di bloccarci per 10 secondi, creadno un pausa di riflessione tra desiderio e azione, i problemi che i preadolescenti procurano a se stessi e al mondo adulto sarebbero in grande maggioranza risolti” [pp. 85 – 86, riadattate]
“A tutti sarà capitato di incrociare un pedone in una via stretta. In questi casi, gli adulti si affrettano ad avvicinarsi al muro, per non rischiare di essere urtati. Negli adolescenti, invece, questa preoccupazione è pari a zero” [p. 121]
“I genitori hanno preoccupazioni legittime, legate all’impossibilità di essere presenti proprio nei momenti in cui la mente di un adulto sarebbe fondamentale. (…) Aiutare il gruppo dei pari a sentirsi corresponsabile del divertimento e dell’eccitazione, ma anche della protezione e della difesa dai rischi è di importanza fondamentale” [pp. 107 e 111]
“In questo momento il cervello è estremamente sensibile all’allenamento e al rinforzo. (…) Non allenarli al senso del limite, a sopportare una fatica e a tollerare le frustrazioni significa perdere un’occasione. (…) Fornire ai figli una buona educazione emotiva e sessuale (…) Impedire all’autonomia di trasformarsi in autogol (…) Mantenere entro confini protetti le esplorazioni.” [pp. 90 – 91] “Viviamo in un contesto socioculturale che confonde (…), convincendoli che nella vita nessuno dovrebbe mettere limiti al loro desiderio.” [p. 126]
“E’ il tempo in cui imparare a stare con gli altri, a costruire legami, a dare e ricevere aiuto.” [p. 92]
“Un preadolescente ha bisogno di sentirsi molto amato, anche quando fa di tutto per rendersi antipatico e odioso.” [p. 93] “A questa età è fondamentale non avere sempre le stesse opinioni degli adulti (…) Litigare è il modo più semplice per dire che la pensano diversamente da noi su qualcosa.” [p. 96]
“I ragazzi sono pronti a lasciarsi conquistare da adulti carismatici, che dedichino loro energie e attenzioni e abbiano vissuto esperienze interessanti. il problema è che spesso figure simili scarseggiano. (…) Quando nostro figlio esce di casa, magari sbattendo la porta perchè noi siamo i soliti rompiscatole, quali altri adulti incontra?” [pp. 106 – 107]
“Intervenire con predicozzi e spiegazioni nella fase di rabbia esplosiva non porta a nulla, anzi rischia di peggiorare le cose. (…) Dobbiamo aspettare che la curva ritorni sotto la soglia di allarme.” [p. 106]
CHE GENITORI SIETE?
“Ci sono comportamenti dei nostri figli che accendono in noi emozioni capaci di travolgerci come uno tsunami. Ma questa non può essere la regola” [p. 179]
“Quando un giovane inizia a tirare i pugni, si aspetta che dall’altra parte ci sia un allenatore competente e autorevole, in grado di bloccare i suoi colpi maldestri, reindirizzarli verso obiettivi più adeguati e soprattutto insegnargli strategie di attacco più elaborate e articolate di un raffica di colpi menati in aria senza nemmeno capire cosa stia succedendo davvero.” [p. 155]
“E’ fondamentale rimanere tranquilli e compatti, ovvero non andare in frantumi, non sentirci sbagliati e inadeguati.” [p. 155]
(continua prossimamente…)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.